Ambienti di grande suggestione, gli ipogei della Fondazione Sassi sono fra i più interessanti esempi del modello demoetnoantopologico che Matera rappresenta, emblema di resilienza a condizioni ambientali e territoriali complesse per un’intera popolazione.
L’ipogeo maggiore e l’ipogeo minore, hanno entrambi l’ingresso rivolto a Est
Con accesso dalla corte interna, scendendo pochi gradini, l’ipogeo maggiore si presenta suddiviso in due ampie zone che un tempo erano dedicate al ricovero di attrezzi e animali da lavoro e a quelle attività che consentivano di conservare i prodotti della terra.
Sulla destra dell’ingresso si trova un palmento, vasca in tufo per la pigiatura dell’uva. Ai piedi del palmento, in direzione del canale di scolo, si posizionavano le botti da riempire che veninano poi fatte rotolare verso la sottostante cantina.
Di fronte al palmento, vi è una delle tre grandi cisterne degli ipogei, fondamentali riserve idriche. L’ipogeo minore è stato scavato nel 1584 e ampliato nel 1642. Da questo ipogeo si accede alla grande cisterna.