Fondazione Sassi ETS
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Superare le parzialità, aprire un campo aperto a raccogliere energie positive, imboccare una strada in cui possano confluire cammini diversi, puntare alla meta liberi dagli ingombri di rivalità e divisioni.
Non è un ingenuo proposito di inizio anno.
E’ la convinta consapevolezza della necessità di un’operazione urgente, che è prima di tutto culturale e comunitaria.
Matera 2019 da ambita e raggiunta “benedizione” corre il rischio di divenire una sorta di “maledizione”, un banco su cui si accumulano non successi e progressi, ma sconfitte e arretramenti.
Che si trattasse di una sfida inedita ed eccezionale, anche per il carico di aspettative su essa riposto, era chiaro e prevedibile. Ma proprio per tale carattere, essa avrebbe consigliato che si conservasse e arricchisse quella tensione unitaria e corale, che pian piano era cresciuta negli ultimi due anni anteriori al fatidico 17 ottobre 2014.
Già nell’estate di quell’anno, prima della presentazione dell’ultima versione del dossier di candidatura, quello spirito unitario si incrinò, per poi smarrirsi nell’ autunno successivo, fra letture semplicistiche, impulsi autoreferenziali, propositi di supremazia.
Mancarono sia un complessivo e condiviso piano strategico che rileggesse e programmasse profili e prospettive della città nel contesto regionale e sovraregionale (modestamente, noi tentammo di dare un piccolo contributo col nostro pamphlet “Capodanno 2020”) sia una strategia che intorno a quell’ impianto programmatico unisse la comunità.
Per contro, apparve che ci fosse un tentativo di piegare a fini di parte quella successo, col sovrappeso di dinamiche e obiettivi ad esso spuri .
Prese corpo un esperimento civico, basato più sull’ottimismo della volontà che sull’intelligenza della ragione, diretto a coagulare, intorno ad una simbolo della tenacia culturale materana, una pluralità di personalità ed esperienze fortemente motivate dal legame con la città.
A distanza di quasi due anni si constata una preoccupante tendenza alla disillusione; si avverte la percezione di un percorso, se non interrotto, lento e incerto; si coglie un allentamento di quella convergenza istituzionale, che era stato uno dei punti vincenti della candidatura; si disperde una straorrdinaria coesione regionale, soppiantata da assurdi e anacronistici rivendicazionismi, anche se sono reali, attuali e preoccupanti i segnali di rimozione o ridimensionamento del 2019.
E anche il lavoro che comunque prosegue, soprattutto nell’attuazione delle linee e dei progetti del Dossier 2019, appare quasi scisso dal tessuto sociale e culturale della città e della regione, frenato da scelte rinviate o sospese, quasi una riproposizione del vizio delle istituzioni europee, che si occupano delle nostre realtà ma restano lotane ede estranee ad esse.
Gli attori del territorio, piccoli o grandi che siano, attendono segnali che non arrivano, occasioni che non si presentano, opportunità che restano solo astratte.
Accade, ad esempio, che la nostra Fondazione (così come altri soggetti culturali) possa proporre e vedersi approvato un progetto a Plovdiv, nostra gemella nel 2019, e non sapere cosa poter fare qui.
Ciononostante, i rappresentanti istituzionali – più o meno credibilmente – continuano a esporre elenchi di cose fatte, progetti in cantiere, eventi programmati.
Ma a nessuno sfugge che la sensazione diffusa, il senso comune, l’orientamento corrente è che si stia perdendo un’occasione e con essa un moto di fiducia e di impegno collettivo, dove c’erano razionalità ed emozione, cuore e testa.
E, allora, ora che siamo all’inizio del penultimo anno prima del 2019, occorre uno scatto, un’ impennata, una svolta.
Va ricostruito un racconto comune e condiviso, ritrovata un’unità di intenti, ristabilito un clima di fiducia, rianimato uno spirito di collaborazione.
C’è una responsabilità primaria del Comune di Matera e della Regione Basilicata, ma é un tema che riguarda tutti: istituzioni, politica, sistema economico e sociale, agernzie formative e informative, centri di competenze e saperi, ambito associativo, reti culturali.
Ed è un tema al quale nessuno si può sottrarre perchè se il 2019 sarà per Matera e la Basilicata una galleria di successi o di fallimenti dipenderà anche da noi, da tutti noi.
E ognuno, nel suo ambito e con la propria responsabilità, é chiamato a recuperare un’appartenenza e un impegno ad una missione comune e vitale per il nostro futuro.
Noi siamo pronti a fare la nostra parte.